venerdì 23 dicembre 2011

I GIORNALAI DELLA CISL: TROPPI 5 GIORNI DI SCIOPERO


Il Segretario Territoriale Antonio Zitoli: “Uno sciopero di tre giorni, aggiunti ai due giorni di chiusura del 25 e 26 dicembre, danneggerebbe gli stessi edicolanti. Era nato un Tavolo per l’Editoria, dialoghiamo e ragioniamo anche col nuovo Governo nell’ambito di questo Tavolo.




La Felsa Cisl Giornalai, in merito alle decisioni di sciopero (dichiarato erroneamente unitario) nei giorni 27, 28 e 29 dicembre prossimi indetto dalle altre sigle sindacali (Sinagi Cgil, Uiltucs Giornalai, Snag, e Fenagi) per protestare contro la manovra Monti, che prevede la liberalizzazione della vendita di giornali e riviste (dunque l’eliminazione delle licenze), intende precisare e sottolineare la non adesione a tale iniziativa.

Le ragioni, a chiarimento della nostra posizione, nascono dalla fattiva collaborazione della Felsa Cisl Giornalai nell’ambito del Tavolo per l’Editoria, nato sotto il precedente Governo  e coordinato dal Dipartimento dell’Editoria sotto la direzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (con delega all’Editoria, appunto).

Dal mese di Settembre 2011 si sono tenute numerose riunioni presso il predetto Dipartimento, le quali hanno portato alla ferma volontà di tutte le parti coinvolte nel processo editoriale, di elaborare, per il settore Edicole e Distribuzione, un “PROTOCOLLO DI INTESA” che finalmente segnerà, nella sua applicazione, un momento storico, nuovo ed economicamente vantaggioso proprio per la rete delle edicole italiane.

Infatti, basta semplicemente citare l’opportunità di introdurre nei punti vendita servizi, anche innovativi, a valore aggiunto nella prospettiva dello sviluppo complessivo del sistema informatizzato a codice a barre (per esempio, gli abbonamenti) per garantire ai giornalai italiani un nuovo introito costituito dalla sottoscrizione e consegna degli abbonamenti realizzati presso le edicole.

Inoltre, considerato che, l’informatizzazione della rete, potrà anche agevolare il processo di certificazione delle rese, questo comporterà  un risparmio di risorse e la riduzione di sprechi, si rileva anche il conseguente interesse pubblico per la promozione dello sviluppo e della trasparenza del settore e per i vantaggi ambientali, derivanti dalla diminuzione delle rese di giornali, relativamente ai consumi di carta e ai volumi movimentati di copie, eliminando  soprattutto la microconflittualità oggi in essere tra le Edicole ed i Distributori Locali.

La storica opportunità che il Dipartimento per l’Editoria ha inteso garantire alla rete di vendita  con proposte di intervento economico sancite da apposito Decreto Legislativo a favore della creazione del “Canale Edicole Informatizzate”  non può che essere sorretta a spada tratta da parte della Felsa CISL Giornalai.

Antonio Zitoli - Segretario Territoriale Felsa CISL Giornalai di Torino e membro  della Segretaria Nazionale Felsa CISL Giornalai - afferma:

La decisone di uno sciopero di tre giorni da parte delle altre organizzazioni sindacali ci lascia veramente perplessi. L’Accordo Nazionale tra Editori e Rivenditori, infatti, stabilisce che il 25 e 26 dicembre le edicole siano chiuse per le sante festività. Se si tiene conto poi che le Edicole Italiane godono, in base all’art. 8 del precitato Accordo Nazionale, di ben l’8% di guadagno in più sulla vendita dei quotidiani editi il 27 dicembre e del 6% sui periodici settimanali editi nella settimana di Natale, ulteriori tre giorni di chiusura non farebbero altro che danneggiare le edicole stesse.
Pertanto, prima di usufruire dell’istituto pur legittimo dello sciopero per far valere le nostre ragioni, la Cisl preferisce continuare a dialogare e programmare attraverso lo strumento già avviato del Tavolo per l’Editoria.
Cogliamo piuttosto l’occasione per chiedere al neo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico Castriota Scanberg, la ripresa delle riunioni presso il Dipartimento dell’Editoria dello specifico Tavolo, garantendo la più fattiva e seria collaborazione, sulla base di quanto avviato sotto il precedente Governo”.

La Felsa CISL Giornalai, come è noto, non ha mai avuto timore delle paventate liberalizzazioni delle Edicole, prova ne è la sperimentazione che il nostro Sindacato ha fatto a San Donato Milanese dove i dirigenti sindacali hanno sollecitato i titolari dei punti vendita ad offrire ad altri esercenti e attività commerciali la possibilità di vendere quotidiani e periodici effettuata dai medesimi rivenditori (ex D. L. 138/2011), e che non ha visto un solo esercizio commerciale accettare tale proposta.

Questa per la Felsa CISL Giornalai è la riprova che se la rete di vendita esistente sarà anche informatizzata la garanzia di professionalità ed imparzialità (parità di trattamento delle testate) verrà esaltata, nella prospettiva anche di poter attenuare lo spostamento in atto di tante testate quotidiane e periodiche dal formato “CARTACEO” a quello  “DIGITALE”.

La Felsa CISL Giornalai, rappresentata da circa 5000 edicole sparse sul Territorio Nazionale (tesseramento 2010) e coordinati da 91 Unioni Territoriali CISL, chiede fermamente a tutti gli organi di stampa e radio televisivi che vengano pubblicate le precisazioni di cui sopra, anche in ordine alla Legge 47/48, visto l’utilizzo fatto dalle altre Organizzazioni Sindacali della parola UNITARIO riferita alla dichiarazione di sciopero.








venerdì 16 dicembre 2011

IL DURC TORNA A MINACCIARE GLI AMBULANTI DI TORINO


Secondo l’A.E.A.R.P. (Associazione esercenti ambulanti riuniti Piemonte), sulla base delle segnalazioni pervenute nelle ultime settimane, sarebbero oltre 400 gli ambulanti che operano sui mercati rionali di Torino che stanno rischiando il ritiro della licenza di vendita perché non in regola col Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, che attesta l’avvenuto pagamento dei tributi INPS.

Per colpa dell’attuale crisi economica e dell’aumento delle tasse nazionali e locali, solo una piccola parte di coloro che avevano già usufruito della dilazione dell’INPS del 2009 in tre rate, soluzione prevista da una delibera regionale, scaturita dopo una lunga contrattazione con l’assessore William Casoni, è riuscita a rispettare la scadenza del 31 ottobre 2011.

Nel frattempo, dal 31 ottobre a oggi si contano quasi 200 licenze ritirate.

E il futuro non è affatto rassicurante, se si pensa che entro fine anno gli ambulanti devono versare i contributi relativi all’INPS del 2010. Ma se non sono riusciti a saldare l’INPS 2009 in tre rate, come si può pretendere che paghino il 2010 subito in un’unica soluzione!?

Se da un lato l’applicazione di questo provvedimento parte da premesse giuste, perché tutti devono pagare le tasse, dall’altro non esistono scuse o giustificazioni in tutti quei casi e situazioni di difficoltà oggettiva, per i quali non si può parlare di evasione volontaria.

C’è per esempio un operatore del mercato di via Baltimora al quale hanno rubato la merce dal furgone in sosta: merce appena acquistata in contanti da un grossista e per la quale nessuno lo risarcirà. Un furto di tal specie manda in tilt la piccola economia di un ambulante, soprattutto in periodi di calo delle vendite come quello attuale. 

Oppure c’è un operatore del mercato di piazza Barcellona che è rimasto per mesi lontano dall’attività a causa di una grave malattia cardiaca. Ma lo Stato non fa sconti, l’importo è forfettario e calcolato su base annuale. Si deve pagare per intero anche in caso di assenza prolungata per malattia, propria o del coniuge.

E il risultato di questi mancati pagamenti è il mancato rilascio del Durc, senza il quale oggi non si può piazzare il banco. Pena sanzioni salatissime, il sequestro della merce, il ritiro della licenza fino a 180 giorni e la revoca della stessa.

Una soluzione valida per tutti, secondo il presidente dell’AEARP Santo Modaffari, sarebbe l’introduzione del “voucher giornaliero”, ovvero un ticket unico che raggruppi insieme la tassa sul plateatico, l’immondizia, la luce e l’INPS, che gli ambulanti pagherebbero immediatamente prima dell’occupazione del posto. “Sarebbe una ipotesi equa – afferma Modaffari - perché gli ambulanti pagherebbero solo quando si va effettivamente a lavorare, mentre si eviterebbe in caso di assenza per malattia, maltempo, o per tutti gli altri motivi che non permettono di allestire il banco in quel giorno”.

Almeno un terzo degli operatori ambulanti dei mercati rionali di Torino lavorano oggi col rischio di ritiro della licenza. Di certo - afferma Claudio Zitoli (UDC)se non possono lavorare gli ambulanti non potranno nemmeno saldare i loro debiti con lo Stato e gli enti locali. Inoltre, sui 45 mercati di Torino, incombe una minaccia ancora più grave: la direttiva Bolkestein, che dopo la bocciatura del Governo alla legge regionale “salva-ambulanti”, vedrà la concorrenza impari anche delle società di capitali e delle cooperative, ovvero le grandi catene di supermercati e centri commerciali, che potranno ottenere la licenza per vendere i loro prodotti tra i banchi del mercato.
E’ ora continua Zitoli - che il Comune e la Regione dicano espressamente se intendono tutelare il commercio su area pubblica, da sempre una risorsa importante e dall’alto valore sociale nel nostro Paese, o abbandonarlo a se stesso e alle impietose leggi del mercato”.




venerdì 9 dicembre 2011

MANOVRA "AD MACCHINAM" (FIAT, LOGICAMENTE!)

L'art. 16 a pag 33 della manovra Monti "Disposizioni per la tassazione di auto di lusso, imbarcazioni ed aerei" prevedeva una "addizionale erariale della tassa automobilistica fissata in euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 175 chilowatt".
Peccato che il testo uscito qualche giorno dopo sulla Gazzetta Ufficiale abbia subito una "piccola" variazione. Infatti da qui risulta che il superbollo si applicherà sopra i 185 chilowatt.
Nessuno ha ancora spiegato il motivo di tale variazione avvenuta in modo silenzioso quanto repentino. 
Ma alcuni tecnici ed esperti del mercato dell'auto hanno già detto la loro: fra 175 e 185 chilowatt c'è uno dei modelli FIAT su cui Marchionne punta di più: la nuova Lancia Thema, fatta insieme a Chrysler, che guarda caso ha 239 cavalli ovvero 175 chilowatt!!
Molto probabilmente, anzi mi viene da dire indubbiamente, con la mannaia della soprattassa i piani di vendita della casa automobilistica torinese sarebbero bruscamente cambiati. 
Altri esperti del settore fanno notare inoltre come in questa fascia di potenza si inseriscano altri modelli, come la versione Quadrifoglio della Alfa Romeo Giulietta, a cui l'azienda affida un ampio bacino di introiti.
Come non pensare che qualcuno nel gruppo abbia sollecitato, per non dire pressato, i nuovi vertici di Governo per evitare i sudori di Marchionne? 
Come non pensare a un ennesimo "aiutino" dello Stato alla casa automobilistica che più sta nell'occhio del ciclone in questo periodo?



martedì 27 settembre 2011

Italia all'ultimo posto in Europa per i laureati con un'occupazione


Dopo l´università trova un posto il 76% dei giovani contro l´82% della media europea!!

Oggi in Italia c'è un grande problema: i pochi laureati (25% del totale della forza lavoro!!) sono anche sempre più disoccupati, con un tasso cresciuto tra il 2008 e il 2010 a causa della crisi.
Fanalino di coda in Europa, l´Italia registra solo il 76,6% dei laureati occupati (tra i 20 e i 64 anni - dati 2010), contro l'88% della Svezia, l´87% di Olanda e Germania, l´86% di Lituania, Slovenia, Danimarca. 

Meglio di noi anche Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. 
Perché allora non riformare il sistema universitario nel nostro Paese? magari offrendo percorsi di studio qualificati, premiando la ricerca d´eccellenza, rafforzando i legami con le imprese. 
L´istruzione universitaria è secondo me un potente fattore di crescita che ci aiuta a vivere meglio. E´ la migliore garanzia contro la disoccupazione. 
Eppure troppi laureati incontrano difficoltà a trovare un lavoro di qualità. 
E in Italia i laureati alla prima occupazione sono sottopagati.
La conseguenza di questo trend sarà l'esodo di moltissimi studenti universitari all'estero e la ricerca del lavoro post-lauream in quei Paesi dove è ancora riconosciuto il valore aggiunto della laurea, dimostrato concretamente da uno stipendio più alto e adeguato!





lunedì 26 settembre 2011

Preferisci pagare 200 euro con fattura o 150 euro senza?

Questa è l'Italia.
Il Governo aumenta le aliquote? IVA al 21%? Nelle casse dello Stato non entrerà un euro di più: questo provvedimento servirà solo a far diventare più poveri i lavoratori e le famiglie già in difficoltà e a far chiudere le aziende e le piccole imprese di chi già sta boccheggiando a causa del calo delle vendite, della crisi globale, dell'aumento delle tasse, appunto. Oltre a creare più disoccupazione, aumenti dei prezzi, contrazione dei consumi.
Le Regioni in cui Equitalia ha ottenuto i maggiori successi sono le stesse in cui ci sono stati più fallimenti.
Perché il Governo non capisce (o non vuole capire)? perché continua a usare "gli evasori" (spesso confusi con le persone in difficoltà - che dichiarano i loro redditi, ma al momento di versare i relativi contributi, a un anno di distanza, non riescono a pagare) come capro espiatorio con il quale distrarre l'opinione pubblica anziché varare le tanto attese e necessarie riforme?!!!
Sapete quale sarà, a queste condizioni, la decisione più ovvia che prenderanno i contribuenti italiani? Autodifendersi: disfandosi di ogni proprietà (o trasferendo capitali all'estero o usando prestanomi), non dichiarando più niente al fisco, portando le aziende nei Paesi dove la manodopera e il costo del lavoro ti permettono di generare anche un profitto....
Il Governo e i politici con la loro ignavia, la mancanza di decisionismo e l'incapacità di assumersi le responsabilità, proprie del ruolo che ricoprono, stanno facendo imbarcare tutti gli italiani onesti sul Titanic.

giovedì 30 giugno 2011

Scandaloso caso di abuso edilizio a Torino.


CronacaQui Torino di giovedì 30 giugno 2011 - pag 17


Vi sottopongo un palese caso di abuso edilizio in corso d'opera. Da denunciare pubblicamente e provvedere subito alla sua rimozione!

La segnalazione mi è pervenuta dal titolare dell'Hotel Castello di via Verolengo 202, Torino (fronte via Pianezza), che è stato coinvolto dai lavori di ristrutturazione di un terrazzo, parte comune tra l'hotel stesso e l'edificio adiacente. 

L'immobile in questione è di proprietà di un egiziano che ha avviato un cantiere di lavoro per la copertura totale del terrazzo, per ricavarne un altro appartamento.

Il problema è che la documentazione in suo possesso non gli da alcun diritto ad agire in tal senso, prevede infatti solo l'avvio di lavori per la disposizione di un pergolato sul terrazzo. 

Oltre alla totale assenza di permessi e piani di fattibilità da parte di Comune e altri organi competenti (per la messa in sicurezza dell'opera e l'autorizzazione per il montaggio dell'impalcatura, ecc...), l'egiziano ha completamente chiuso una finestra di proprietà dell'hotel, a cui si affaccia il bagno di una delle camere, e si è totalmente attaccato con la sua costruzione in ferro e mattoni a muri che non sono di sua proprietà.

Insomma... uno scandalo in un paese civile e pieno di norme e regolamenti come il nostro!!!!

La procedura che occorrerà attivare immediatamente è ex art 1171 c.c. (codice civile) "Azione per denuncia di nuova opera" o un ricorso d'urgenza ex. art 700 cpc (codice procedura civile). Di sicuro in poche settimana in problema verrà risolto e la struttura con il relativo ponteggio del cantiere, tutto smantellato.

Guardate qui di seguito le foto di come era prima dei lavori e come è ora: 













mercoledì 27 aprile 2011

Sosteniamo la battaglia di ambulanti e artigiani contro le vessazioni di Equitalia e del Durc...

Oggi, mercoledì 27 aprile 2011, dalle 10 a oltranza resterò in mezzo agli ambulanti e agli artigiani che manifestano davanti alla sede del Consiglio regionale del Piemonte contro le vessazioni di Equitalia e del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, che in tempo di gravi difficoltà per il commercio e di calo dei fatturati, sta mettendo in ginocchio il mondo dei mercati rionali e dell'artigianato.
Senza questo documento infatti gli artigiani non possono chiudere contratti ed eseguire lavori a privati e pubblica amministrazione. 
Gli operatori ambulanti invece rischiano il sequestro della merce esposta e il ritiro della licenza di vendita al primo controllo da parte dei vigili urbani e delle autorità preposte.
Possibile che uno Stato, che si definisce dalla parte del cittadino, non sia in grado di garantire e tutelare il primo e fondamentale principio della nostra Costituzione, che recita che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro?
Dove arriveremo di questo passo? Come garantire un futuro dignitoso alle famiglie italiane e ai loro figli?
I politici che hanno ruoli di governo attuino immediatamente tutti i provvedimenti necessari per permettere a queste categorie di lavoratori autonomi di saldare il loro debito con lo Stato, senza applicare tassi da usura e senza attivare quelle procedure esecutive che li rendono indifesi e inermi nei confronti dello Stato stesso, quali il fermo amministrativo sui beni strumentali (usati per lavorare e produrre reddito), il pignoramento del conto corrente, la vendita all'asta dell'immobile di proprietà.

martedì 12 aprile 2011

Le priorità del mio programma per Torino 5° punto: abbattiamo le tariffe delle tasse locali, nel nostro Comune sono tra le più alte d'Italia.

Acqua, rifiuti e trasporto urbano pesano come una zavorra sul portafoglio dei torinesi senza lasciare tanta scelta. 
Sono "tasse occulte" che impoveriscono inesorabilmente le classi medio-basse. 
A Torino le tariffe di questi servizi pubblici sono cresciute più dell'inflazione. 
E tutto per far quadrare conti e bilanci, penalizzati anche dal taglio dei trasferimenti ad opera del Governo centrale. 
Presto a Torino il prezzo del biglietto dell'autobus aumenterà del 20%, anche se al momento non c'è alcun documento formale.
La Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) a Torino costa in media all'anno 190€ a famiglia, il costo dell'acqua potabile è salito del 50% negli ultimi dieci anni. 
E' aumentata la Cosap (Canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche), basta chiederlo ai titolari di bar e altre attività che allestiscono i dehors durante la bella stagione!
E' aumentata anche la Cimp (Canone sulle iniziative pubblicitarie)... 
Per non parlare del plateatico che pagano gli operatori ambulanti sui mercati di Torino, rispetto invece alle tariffe più basse di Comuni come Genova o Milano.
E quello che più stride con questi aumenti è proprio l'andamento della produttività, delle vendite al dettaglio e dei fatturati in generale: in netto calo negli ultimi anni.
Solo se si diminuiranno le tariffe di questi servizi pubblici si potranno salvare le attività e i bilanci di migliaia di famiglie torinesi.
E per abbattere le tariffe occorre prima di tutto ridurre gli sprechi. 
Due presi a caso tra quelli più eclatanti: i 30 milioni di euro che il Comune di Torino paga ogni anno per riscaldare edifici vuoti e strutture abbandonate e i 25 parcheggi interrati gestiti da GTT che vengono occupati in media solo per il 50% della loro capienza totale, pur costando al Comune cifre spropositate per la realizzazione, la manutenzione, il personale e la tecnologia...



martedì 5 aprile 2011

Le priorità del mio programma per Torino 4° punto: digitale gratuito, zone wi-fi ovunque in città.

Torino è una delle città d'Italia più arretrate in quanto a uso di internet: 4 torinesi su 10 non l'hanno mai usato e si dichiarano analfabeti informatici.
Io mi batterò per avere una città con una connessione senza fili GRATUITA perché non sopporto il ricatto e la supremazia dei grandi gestori che obbligano a sborsare denaro per usare le costose connessioni dei telefoni cellulari.
Sappiamo tutti ormai che la libertà di utilizzare la rete è diventata in tutto il mondo sinonimo di civiltà e democrazia, tanto che in diversi Paesi la negazione dei diritti va di pari passo con il controllo o la limitazione nell'accesso a internet.
Molti esercenti, alberghi, gestori di spazi pubblici hanno affrontato la difficile impresa creando nei loro spazi dei punti di accesso wi-fi. Ma tanti altri a Torino hanno desistito, scoraggiati davanti alle pesanti incombenze burocratiche.
E' mia intenzione abbattere queste barriere e attivare nuove regole e procedure per facilitare l'utente/cittadino. Farò in modo che ogni edificio di pubblica utilità e ogni centro di ritrovo e aggregazione abbia una rete wi-fi free e costituisca un'area abbastanza vasta da ridurre al minimo le zone pubbliche scoperte e a pagamento. Torino non sarà più la capitale del Medioevo digitale!!

giovedì 24 marzo 2011

Fare politica è anche denunciare casi di degrado e di sprechi dell'attuale amministrazione...

Torino, Circoscrizione 5 - Lucento, Vallette - triangolo compreso tra i Corsi Grosseto, Cincinnato e strada Altessano. Inevitabile per me denunciare lo stato di degrado delle strade, delle strutture e dei giardini di questa zona della città in cui vivo.
I residenti si sentono abbandonati a se stessi, con problemi di sporcizia, delinquenza, assenza di igiene e decoro urbano. In più convivono con un impianto sportivo il cui progetto risale a più di 10 anni fa, quasi ultimato, ma mai aperto e ora ridotto a discarica di rifiuti e ritrovo per tossici e prostitute.
Una struttura con spogliatoti, palestre, zona bar, servizi, sale riunioni, magazzini per il deposito delle attrezzature, aree esterne adibite a campi da calcio e da basket. Il tutto per un totale di quasi 3000mq in stato di totale abbandono, che però rappresentano un costo per il Comune e la Circoscrizione. Tra le spesa infatti c'è quella di un addetto alla vigilanza 24h su 24, per evitare che malintenzionati rubino i materiali nuovi custoditi all'interno e inutilizzati.

mercoledì 16 marzo 2011

Le priorità del mio programma per Torino 3° punto: riordiniamo il commercio e i mercati rionali.

Decine di centri commerciali, centinaia di negozi in franchising e brand stranieri hanno stravolto il commercio al dettaglio, l'artigianato e i mercati rionali. Niente è più come un tempo. Negozi vuoti anche nelle vie più commerciali della città, botteghe artigiane scomparse, mercati ormai ridotti all'osso, con meno della metà dei posti totali occupati.
E' ora che l'amministrazione comunale di Torino favorisca e sostenga il commercio locale.
Nei 49 mercati di Torino per esempio predisponiamo spazi per gli artigiani, creiamo infrastrutture adeguate, miglioriamo i servizi igienici e gli impianti elettrici, pretendiamo la pulizia delle aree e più ordine dei banchi e dei veicoli, creiamo aree per la sosta e il ricovero dei banchetti senza motore dopo le ore di lavoro, e chiediamo a gran voce la riduzione delle imposte comunali (tassa rifiuti e suolo pubblico).
Nelle vie commerciali invece abbelliamo le vetrine e l'esterno dei negozi con insegne e luci accattivanti, rendiamo più agibili i marciapiedi e la viabilità più snella per permettere a pedoni e automobilisti di fermarsi ad acquistare.
Non lasciamo morire il commercio a Torino.
Non mandiamo in fumo il valore delle licenze dei negozi e degli ambulanti, frutto di anni di investimenti, lavoro e sacrifici.

mercoledì 23 febbraio 2011

Le priorità del mio programma per Torino
2° punto: basta sprechi e soldi pubblici spesi inutilmente!

Torino ha raggiunto livelli di sprechi esagerati. Pensiamo alla gestione dell'illuminazione pubblica: diversi palazzi e alcune zone della città illuminate a giorno 24h su 24 e invece intere strade e marciapiedi lasciati nell'oscurità (totale o parziale), con conseguenze negative sulla percezione della sicurezza e sulla reale incolumità dei cittadini.
O all'acqua, bene prezioso, ma tanto sprecato: pensiamo ai distributori o alle fontane sparse per la città di Torino che erogano ininterrottamente centinaia di metri cubi d'acqua al giorno. Perché non mettere i rubinetti ai toretti simbolo di Torino?

venerdì 18 febbraio 2011

Le priorità del mio programma per Torino
1° punto: una città a misura dei giovani..

Torino è percepita come una città vecchia. E soprattutto sono vecchi i suoi amministratori. Molti dati sull'età e sui servizi lo confermano. Ho bisogno di idee e di sostegno per promuovere una nuova cultura giovanile in città: più informazione, più spazi, più opportunità, più incentivi...
L'età media dei politici italiani è di gran lunga superiore a quanto si riscontra nella maggioranza degli altri paesi democratici. E si attesta intorno ai 55 anni!
La mia proposta è di cominciare dai Comuni a incentivare e favorire l'accesso e la partecipazione dei giovani all'attività politica.... introducendo dei limiti alla rieleggibilità delle cariche amministrative.
E se dopo le "quote rosa" proponessimo le "quote giovani"????
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