venerdì 23 dicembre 2011

I GIORNALAI DELLA CISL: TROPPI 5 GIORNI DI SCIOPERO


Il Segretario Territoriale Antonio Zitoli: “Uno sciopero di tre giorni, aggiunti ai due giorni di chiusura del 25 e 26 dicembre, danneggerebbe gli stessi edicolanti. Era nato un Tavolo per l’Editoria, dialoghiamo e ragioniamo anche col nuovo Governo nell’ambito di questo Tavolo.




La Felsa Cisl Giornalai, in merito alle decisioni di sciopero (dichiarato erroneamente unitario) nei giorni 27, 28 e 29 dicembre prossimi indetto dalle altre sigle sindacali (Sinagi Cgil, Uiltucs Giornalai, Snag, e Fenagi) per protestare contro la manovra Monti, che prevede la liberalizzazione della vendita di giornali e riviste (dunque l’eliminazione delle licenze), intende precisare e sottolineare la non adesione a tale iniziativa.

Le ragioni, a chiarimento della nostra posizione, nascono dalla fattiva collaborazione della Felsa Cisl Giornalai nell’ambito del Tavolo per l’Editoria, nato sotto il precedente Governo  e coordinato dal Dipartimento dell’Editoria sotto la direzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (con delega all’Editoria, appunto).

Dal mese di Settembre 2011 si sono tenute numerose riunioni presso il predetto Dipartimento, le quali hanno portato alla ferma volontà di tutte le parti coinvolte nel processo editoriale, di elaborare, per il settore Edicole e Distribuzione, un “PROTOCOLLO DI INTESA” che finalmente segnerà, nella sua applicazione, un momento storico, nuovo ed economicamente vantaggioso proprio per la rete delle edicole italiane.

Infatti, basta semplicemente citare l’opportunità di introdurre nei punti vendita servizi, anche innovativi, a valore aggiunto nella prospettiva dello sviluppo complessivo del sistema informatizzato a codice a barre (per esempio, gli abbonamenti) per garantire ai giornalai italiani un nuovo introito costituito dalla sottoscrizione e consegna degli abbonamenti realizzati presso le edicole.

Inoltre, considerato che, l’informatizzazione della rete, potrà anche agevolare il processo di certificazione delle rese, questo comporterà  un risparmio di risorse e la riduzione di sprechi, si rileva anche il conseguente interesse pubblico per la promozione dello sviluppo e della trasparenza del settore e per i vantaggi ambientali, derivanti dalla diminuzione delle rese di giornali, relativamente ai consumi di carta e ai volumi movimentati di copie, eliminando  soprattutto la microconflittualità oggi in essere tra le Edicole ed i Distributori Locali.

La storica opportunità che il Dipartimento per l’Editoria ha inteso garantire alla rete di vendita  con proposte di intervento economico sancite da apposito Decreto Legislativo a favore della creazione del “Canale Edicole Informatizzate”  non può che essere sorretta a spada tratta da parte della Felsa CISL Giornalai.

Antonio Zitoli - Segretario Territoriale Felsa CISL Giornalai di Torino e membro  della Segretaria Nazionale Felsa CISL Giornalai - afferma:

La decisone di uno sciopero di tre giorni da parte delle altre organizzazioni sindacali ci lascia veramente perplessi. L’Accordo Nazionale tra Editori e Rivenditori, infatti, stabilisce che il 25 e 26 dicembre le edicole siano chiuse per le sante festività. Se si tiene conto poi che le Edicole Italiane godono, in base all’art. 8 del precitato Accordo Nazionale, di ben l’8% di guadagno in più sulla vendita dei quotidiani editi il 27 dicembre e del 6% sui periodici settimanali editi nella settimana di Natale, ulteriori tre giorni di chiusura non farebbero altro che danneggiare le edicole stesse.
Pertanto, prima di usufruire dell’istituto pur legittimo dello sciopero per far valere le nostre ragioni, la Cisl preferisce continuare a dialogare e programmare attraverso lo strumento già avviato del Tavolo per l’Editoria.
Cogliamo piuttosto l’occasione per chiedere al neo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico Castriota Scanberg, la ripresa delle riunioni presso il Dipartimento dell’Editoria dello specifico Tavolo, garantendo la più fattiva e seria collaborazione, sulla base di quanto avviato sotto il precedente Governo”.

La Felsa CISL Giornalai, come è noto, non ha mai avuto timore delle paventate liberalizzazioni delle Edicole, prova ne è la sperimentazione che il nostro Sindacato ha fatto a San Donato Milanese dove i dirigenti sindacali hanno sollecitato i titolari dei punti vendita ad offrire ad altri esercenti e attività commerciali la possibilità di vendere quotidiani e periodici effettuata dai medesimi rivenditori (ex D. L. 138/2011), e che non ha visto un solo esercizio commerciale accettare tale proposta.

Questa per la Felsa CISL Giornalai è la riprova che se la rete di vendita esistente sarà anche informatizzata la garanzia di professionalità ed imparzialità (parità di trattamento delle testate) verrà esaltata, nella prospettiva anche di poter attenuare lo spostamento in atto di tante testate quotidiane e periodiche dal formato “CARTACEO” a quello  “DIGITALE”.

La Felsa CISL Giornalai, rappresentata da circa 5000 edicole sparse sul Territorio Nazionale (tesseramento 2010) e coordinati da 91 Unioni Territoriali CISL, chiede fermamente a tutti gli organi di stampa e radio televisivi che vengano pubblicate le precisazioni di cui sopra, anche in ordine alla Legge 47/48, visto l’utilizzo fatto dalle altre Organizzazioni Sindacali della parola UNITARIO riferita alla dichiarazione di sciopero.








venerdì 16 dicembre 2011

IL DURC TORNA A MINACCIARE GLI AMBULANTI DI TORINO


Secondo l’A.E.A.R.P. (Associazione esercenti ambulanti riuniti Piemonte), sulla base delle segnalazioni pervenute nelle ultime settimane, sarebbero oltre 400 gli ambulanti che operano sui mercati rionali di Torino che stanno rischiando il ritiro della licenza di vendita perché non in regola col Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, che attesta l’avvenuto pagamento dei tributi INPS.

Per colpa dell’attuale crisi economica e dell’aumento delle tasse nazionali e locali, solo una piccola parte di coloro che avevano già usufruito della dilazione dell’INPS del 2009 in tre rate, soluzione prevista da una delibera regionale, scaturita dopo una lunga contrattazione con l’assessore William Casoni, è riuscita a rispettare la scadenza del 31 ottobre 2011.

Nel frattempo, dal 31 ottobre a oggi si contano quasi 200 licenze ritirate.

E il futuro non è affatto rassicurante, se si pensa che entro fine anno gli ambulanti devono versare i contributi relativi all’INPS del 2010. Ma se non sono riusciti a saldare l’INPS 2009 in tre rate, come si può pretendere che paghino il 2010 subito in un’unica soluzione!?

Se da un lato l’applicazione di questo provvedimento parte da premesse giuste, perché tutti devono pagare le tasse, dall’altro non esistono scuse o giustificazioni in tutti quei casi e situazioni di difficoltà oggettiva, per i quali non si può parlare di evasione volontaria.

C’è per esempio un operatore del mercato di via Baltimora al quale hanno rubato la merce dal furgone in sosta: merce appena acquistata in contanti da un grossista e per la quale nessuno lo risarcirà. Un furto di tal specie manda in tilt la piccola economia di un ambulante, soprattutto in periodi di calo delle vendite come quello attuale. 

Oppure c’è un operatore del mercato di piazza Barcellona che è rimasto per mesi lontano dall’attività a causa di una grave malattia cardiaca. Ma lo Stato non fa sconti, l’importo è forfettario e calcolato su base annuale. Si deve pagare per intero anche in caso di assenza prolungata per malattia, propria o del coniuge.

E il risultato di questi mancati pagamenti è il mancato rilascio del Durc, senza il quale oggi non si può piazzare il banco. Pena sanzioni salatissime, il sequestro della merce, il ritiro della licenza fino a 180 giorni e la revoca della stessa.

Una soluzione valida per tutti, secondo il presidente dell’AEARP Santo Modaffari, sarebbe l’introduzione del “voucher giornaliero”, ovvero un ticket unico che raggruppi insieme la tassa sul plateatico, l’immondizia, la luce e l’INPS, che gli ambulanti pagherebbero immediatamente prima dell’occupazione del posto. “Sarebbe una ipotesi equa – afferma Modaffari - perché gli ambulanti pagherebbero solo quando si va effettivamente a lavorare, mentre si eviterebbe in caso di assenza per malattia, maltempo, o per tutti gli altri motivi che non permettono di allestire il banco in quel giorno”.

Almeno un terzo degli operatori ambulanti dei mercati rionali di Torino lavorano oggi col rischio di ritiro della licenza. Di certo - afferma Claudio Zitoli (UDC)se non possono lavorare gli ambulanti non potranno nemmeno saldare i loro debiti con lo Stato e gli enti locali. Inoltre, sui 45 mercati di Torino, incombe una minaccia ancora più grave: la direttiva Bolkestein, che dopo la bocciatura del Governo alla legge regionale “salva-ambulanti”, vedrà la concorrenza impari anche delle società di capitali e delle cooperative, ovvero le grandi catene di supermercati e centri commerciali, che potranno ottenere la licenza per vendere i loro prodotti tra i banchi del mercato.
E’ ora continua Zitoli - che il Comune e la Regione dicano espressamente se intendono tutelare il commercio su area pubblica, da sempre una risorsa importante e dall’alto valore sociale nel nostro Paese, o abbandonarlo a se stesso e alle impietose leggi del mercato”.




venerdì 9 dicembre 2011

MANOVRA "AD MACCHINAM" (FIAT, LOGICAMENTE!)

L'art. 16 a pag 33 della manovra Monti "Disposizioni per la tassazione di auto di lusso, imbarcazioni ed aerei" prevedeva una "addizionale erariale della tassa automobilistica fissata in euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 175 chilowatt".
Peccato che il testo uscito qualche giorno dopo sulla Gazzetta Ufficiale abbia subito una "piccola" variazione. Infatti da qui risulta che il superbollo si applicherà sopra i 185 chilowatt.
Nessuno ha ancora spiegato il motivo di tale variazione avvenuta in modo silenzioso quanto repentino. 
Ma alcuni tecnici ed esperti del mercato dell'auto hanno già detto la loro: fra 175 e 185 chilowatt c'è uno dei modelli FIAT su cui Marchionne punta di più: la nuova Lancia Thema, fatta insieme a Chrysler, che guarda caso ha 239 cavalli ovvero 175 chilowatt!!
Molto probabilmente, anzi mi viene da dire indubbiamente, con la mannaia della soprattassa i piani di vendita della casa automobilistica torinese sarebbero bruscamente cambiati. 
Altri esperti del settore fanno notare inoltre come in questa fascia di potenza si inseriscano altri modelli, come la versione Quadrifoglio della Alfa Romeo Giulietta, a cui l'azienda affida un ampio bacino di introiti.
Come non pensare che qualcuno nel gruppo abbia sollecitato, per non dire pressato, i nuovi vertici di Governo per evitare i sudori di Marchionne? 
Come non pensare a un ennesimo "aiutino" dello Stato alla casa automobilistica che più sta nell'occhio del ciclone in questo periodo?



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