venerdì 11 gennaio 2013

ITALIA, PAESE IN VIA DI SVILUPPO

Ricordo quando l'Italia era la settima potenza economica al mondo e partecipava ai famosi G6, poi G7, poi G8, i forum, appunto, dei governi delle otto principali potenze più industrializzate del mondo (con Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada e Russia). 

Ricordo quando l'Italia possedeva un ricco patrimonio culturale, artistico, economico e d'immagine.  

Oggi l'Italia, colpita da una grave recessione e da una cattiva amministrazione a tutti i livelli, si può considerare molto più vicina ai paesi in via di sviluppo che alle grandi potenze economiche mondiali. 

Faccio questa affermazione a malincuore, perché sono un cittadino italiano e ho investito trenta anni di istruzione in questa nazione, ma i dati che apprendo tutti i giorni dalle TV e dai giornali sono inconfutabili e parlano chiaro.

La disoccupazione giovanile segna un record e stavolta è un massimo assoluto: col 37,1% è il tasso più alto di under 25 alla ricerca di un posto negli ultimi venti anni, dal 1992. 

I ragazzi abbandonano gli studi universitari senza portarli a termine, solo il 56% degli studenti riesce a laurearsi. 

La tensione sociale sociale è aumentata, con rivolte, scioperi e manifestazioni di protesta ogni giorno e tantissimi casi di suicidi tra imprenditori sul lastrico o con fallimenti aziendali alle spalle. 

Questo perché oltre un quarto degli italiani (28,4%) è a rischio povertà. 

I diritti delle donne non vengono rispettati, infatti nel 2012 più di 120 donne sono state uccise dai propri compagni, una ogni tre giorni. 

Una serie spaventosa di aumenti di imposte e tasse: conti correnti, canone Rai, multe e penali del codice della strada, Iva, benzina, bolli auto e nuove immatricolazioni, servizio posta, Tares (che sostituirà Tarsu e Tia), certificati penali, tariffe aeroportuali, Imu, ecc.... 

Il popolo italiano sperava che qualcosa cambiasse con le prossime elezioni, ma l'offerta politica è scadente e poco credibile e il sistema elettorale è rimasto il porcellum, che ci porterà un migliaio di parlamentari non scelti dai cittadini, che fingeranno di ascoltare i suggerimenti di tutti noi, ma poi faranno come sempre quello che vogliono!

Io vorrei un presidente del Consiglio che, fin dall'inizio, dicesse ai suoi ministri e ai partiti che lo sostengono: Cari signori, nonostante le diverse sensibilità presenti all'interno di questa coalizione, sappiate che quando non arriverete all'accordo fra voi deciderò io, scegliendo quella che a me parrà l'alternativa migliore per l'Italia!

Tutto ciò detto, meditate se l'Italia può ancora essere annoverata tra le 7 potenze economiche del mondo ... o è piuttosto un Paese in via di sviluppo.
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