lunedì 30 luglio 2012

Siamo un Paese di bugiardi?

Non il profitto, la proprietà, il capitalismo, la ricchezza o il consumismo...
Il vero male della nostra società oggi è la menzogna
Siamo un Paese di bugiardi? Ovviamente generalizzando al massimo, negli ultimi anni c'è stata una forte crescita di questa odiosa abitudine.
Si mente allo Stato nella dichiarazione dei redditi, si dice una cosa e se ne pensa un'altra nei rapporti interpersonali, in tv, nei programmi elettorali, si vende un prodotto o un articolo occultandone i difetti, si simulano falli per guadagnare un rigore un'espulsione, si rilascia falsa testimonianza anche sotto giuramento, si inventano o si forzano comportamenti illeciti per dichiarare (per es.) guerra a uno Stato o a una persona. 
E' una menzogna pietosa lo stesso articolo 1 della nostra Costituzione, per molti sacra e immodificabile, che recita: la Repubblica italiana è fondata sul lavoro...  Semmai da qualche anno è fondata sulle tasse!
Per non parlare delle altre facce della menzogna: il pettegolezzo (sparlare in senso negativo di una persona non presente) che spesso sfocia nella diffamazione, la calunnia (vero e proprio reato per cui è prevista la pena da due a sei anni di reclusione), l'ipocrisia.
E' una forma di menzogna contemporanea anche voler apparire o ostentare uno status sociale o un livello di ricchezza o di potere che poi nella realtà non si ha: attraverso oggetti di lusso, tecnologie costose, comportamenti arroganti o superbi.
Scriveva Carl G. Jung: “Una menzogna non avrebbe senso se a qualcuno la verità non sembrasse pericolosa”.
La menzogna fa comodo a quegli individui che hanno scelto di vivere dietro una maschera, come attori di un fiction o di una telenovela.
Ma quanti problemi e quante incomprensioni si risolverebbero se si tornasse a essere più sinceri, se la verità fosse la regola del buon vivere civile in una società complessa come la nostra. Invece, da quando usciamo di casa (spesso unico luogo dove siamo noi stessi) viviamo in un'allucinazione di massa.
Come se ne esce? E' un problema educativo e culturale: la scuola e i genitori devono tornare a insegnare valori sani, a formare persone buone e giuste, che rispettino gli animali, la natura e gli uomini, che dicano con piacere la verità.
Anche se, devo ammettere, che dire la verità è più difficile, comporta a volte sacrifici e si fa fatica.
Ma solo dopo aver detto la verità si sta meglio con se stessi e con gli altri e ci si sente, sicuramente, più liberi.




martedì 10 luglio 2012

Vivere in centro e lamentarsi della "movida": un paradosso?

Perché i residenti del centro di Torino si lamentano di non poter dormire per colpa dei frequentatori dei locali della movida cittadina?
Da torinese, nato e cresciuto in un quartiere decentrato - Borgo San Paolo, Circoscrizione 3 - proprio non capisco questa controversia. 
Mi verrebbe da dire: hai voluto l'appartamento in centro? adesso convivi con le gioie e i dolori che questa scelta comporta.
Tra le gioiecomodità e vicinanza ai principali uffici e servizi urbani (Comune, Provincia, Regione, ecc..); trasporti pubblici che collegano capillarmente questa zona con il resto della città; permesso di circolazione nella ZTL; forti sconti sui parcheggi a pagamento; frequenti lavaggi e pulizia delle strade e dei bidoni dell'immondizia; alto valore reale degli immobili a fronte di un basso valore catastale; riduzione del 50% dell'Imu se l'immobile è d'epoca (vi assicuro che di edifici d'epoca in periferia non c'è neanche l'ombra); oltre all'incommensurabile piacere di vivere in mezzo a monumenti, sculture e palazzi storici, musei, teatri, negozi e botteghe di tutti i tipi, e nel flusso quotidiano di turisti provenienti da tutti i Paesi del mondo.
Certo che poi qualche dolore si presenta: il centro è il luogo di ritrovo naturale di tutti i giovani e degli stessi turisti; è anche il luogo ideale per manifestazioni, mercatini, concerti. E tutto ciò crea traffico, rumore e inquinamento, ma anche denaro e occupazione: il centro è il cuore pulsante del
Ma se i residenti amano la quiete della campagna o della prima cintura, perché ostinarsi a vivere a tutti i costi in centro città e, soprattutto, perché accanirsi contro gli altri cittadini che vogliono "vivere il centro" sia di giorno che di notte?
Aggiungo ironicamente... magari coloro che si lamentano della movida in centro a Torino sono gli stessi che decantano tanto l'animazione e le attrazioni turistiche delle altre città europee, come Barcellona, Madrid, Parigi, Amsterdam, Lisbona, Vienna, ecc.. !!!


Claudio Zitoli



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