Acqua, rifiuti e trasporto urbano pesano come una zavorra sul portafoglio dei torinesi senza lasciare tanta scelta.
Sono "tasse occulte" che impoveriscono inesorabilmente le classi medio-basse.
A Torino le tariffe di questi servizi pubblici sono cresciute più dell'inflazione.
E tutto per far quadrare conti e bilanci, penalizzati anche dal taglio dei trasferimenti ad opera del Governo centrale.
Presto a Torino il prezzo del biglietto dell'autobus aumenterà del 20%, anche se al momento non c'è alcun documento formale.
La Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) a Torino costa in media all'anno 190€ a famiglia, il costo dell'acqua potabile è salito del 50% negli ultimi dieci anni.
E' aumentata la Cosap (Canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche), basta chiederlo ai titolari di bar e altre attività che allestiscono i dehors durante la bella stagione!
E' aumentata anche la Cimp (Canone sulle iniziative pubblicitarie)...
Per non parlare del plateatico che pagano gli operatori ambulanti sui mercati di Torino, rispetto invece alle tariffe più basse di Comuni come Genova o Milano.
E quello che più stride con questi aumenti è proprio l'andamento della produttività, delle vendite al dettaglio e dei fatturati in generale: in netto calo negli ultimi anni.
Solo se si diminuiranno le tariffe di questi servizi pubblici si potranno salvare le attività e i bilanci di migliaia di famiglie torinesi.
E per abbattere le tariffe occorre prima di tutto ridurre gli sprechi.
Due presi a caso tra quelli più eclatanti: i 30 milioni di euro che il Comune di Torino paga ogni anno per riscaldare edifici vuoti e strutture abbandonate e i 25 parcheggi interrati gestiti da GTT che vengono occupati in media solo per il 50% della loro capienza totale, pur costando al Comune cifre spropositate per la realizzazione, la manutenzione, il personale e la tecnologia...
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